Gilda Sciortino

Mi chiamo Gilda Sciortino e sono una giornalista palermitana. Professionalmente nasco raccontando il mondo del sociale, del “Terzo Settore”, in Sicilia e non solo. Numerose le collaborazioni nel corso degli anni con diverse testate giornalistiche regionali e nazionali, prima cartacee e poi sempre più sul web. Solo qualche esempio: il Giornale di Sicilia; l’Asca, Agenzia di Stampa Cattolica; la Rivista del Volontariato, edita dalla Fivol, la Fondazione italiana del volontariato; Redattore sociale, prima Agenzia giornalistica quotidiana dedicata all’impegno sociale in Italia e nel mondo, promossa dalla Comunità di Capodarco.

Ho collaborato con il settimanale online “A Sud’Europa“, edito dal Centro studi e iniziative culturali “Pio La Torre”, per il quale nel 2008 ho scritto “Mai più soli. il Libro bianco sulle vittime del racket e l’usura”, pubblicato dal quotidiano “L’Unità”.. Con la casa editrice “Officina Trinacria”, invece, sono arrivati “Rosario Livatino. La coscienza di un giudice” (2010) e “Uomini di Scorta” (2013). Libro, quest’ultimo, che ha dato voce e visibilità a tutti quegli agenti che, negli anni precedenti e immediatamente successivi al 1992, hanno vissuto e scommesso la loro esistenza per tutelare e garantire la salvaguardia della vita di magistrati, imprenditori e personalità del giornalismo e della cultura che hanno, in vario modo, osato sfidare apertamente la prepotenza e la tracotanza di Cosa nostra.

Continuando a occuparmi dei temi che hanno contraddistinto il mio impegno professionale, sono stata addetto stampa di “Libera Sicilia” e oggi curo gli uffici stampa di “Sos Impresa Sicilia – Rete per la Legalità”, associazione vicina alle vittime di estorsione e usura, e di “Mediter Italia”, rete euro-mediterranea che opera per migliorare la cooperazione nella Regione Mediterranea con particolare attenzione alla creazione, al sostegno e al rafforzamento della leadership femminile nel bacino del Mediterraneo. La sua sede principale è a Bruxelles, ma ha aperto anche una seconda sede a Palermo dove, nel novembre del 2019, ha dato vita alla “Rete Jasmine” che ha come testimonial e co-fondatrici 20 donne leader provenienti da 12 Paesi dell’area Mediterranea.

Un percorso giornalistico, il mio, contraddistinto dall’incontro e confronto con le persone, nelle cui storie e vite ho sempre cercato di entrare delicatamente, rispettando spazi e tempi di ogni singola umanità. Inevitabile, quindi, che il mio programma si dovesse intitolare “In Punta di Piedi”. Un format che prevede la possibilità di trattare delicatamente temi di attualità con più interlocutori per dare vita a un dialogo a più voci. In una situazione ideale, non condizionata dalle limitazioni date dal Covid-19, in studio sarebbero presenti più protagonisti della puntata di turno (rappresentanti di associazioni, volontari, operatori culturali, del mondo delle istituzioni, ma anche singoli cittadini), ognuno con un ruolo diverso proprio per un confronto quanto più ampio possibile.


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